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Lettera aperta di sacerdoti e laici, tutti ex alunni: “Ecco la nostra storia in Seminario”

In merito alla vicenda delle accuse di presunti abusi sollevate da Gianbruno Cecchin, pubblichiamo una lettera, di solidarietà ma anche di testimonianza diretta, sottoscritta da quasi 150 persone tra sacerdoti diocesani e laici che sono stati in Seminario negli anni in cui erano educatori don Livio Buso e don Paolo Carnio. Le adesioni sono state raccolte in poche ore, ma continuano ad arrivare anche dopo la pubblicazione della lettera nel numero in uscita della “Vita del popolo”. Le firme sono costantemente aggiornate sul sito del settimanale diocesano.

“Le cronache di questi giorni provocano in noi ex-alunni del Seminario di Treviso un grande dolore. L’esperienza formativa che noi, firmatari di questa lettera, abbiamo vissuto nel Seminario diocesano, a stretto contatto con gli stessi educatori di cui si parla, è stata caratterizzata da profondo rispetto: ci sentiamo pertanto in dovere di testimoniare che esiste un’altra storia.

Alcuni tra di noi hanno vissuto in Seminario insieme alla persona che ora, inspiegabilmente, sta lanciando gravi accuse contro don Paolo Carnio e don Livio Buso, educatori di indiscussa integrità morale ed alto profilo spirituale.

Noi, firmatari di questa missiva-testimonianza, non possiamo, al contrario, che essere grati alla loro persona per il ministero che hanno svolto durante molti anni a favore nostro e di tanti altri giovani. Ci hanno aiutato a discernere la nostra vocazione, nel pieno rispetto della libertà di ciascuno, tanto da consegnare a tutti le chiavi per entrare e uscire dal Seminario.

Anche molte nostre famiglie, che sono state coinvolte nei vari momenti della vita in Seminario, ora stanno soffrendo quanto noi e si uniscono nella solidarietà, nella fiducia e nell’affetto verso di loro.

La vita che abbiamo trascorso in Seminario, in particolare per quanti di noi sono stati nella Comunità Vocazionale, è stata sempre caratterizzata da uno stile molto familiare, sia per i tanti momenti comunitari che per la disposizione degli spazi. Qualunque strana situazione difficilmente sarebbe potuta rimanere nascosta. Abbiamo vissuto in un ambiente sereno dove c’era fiducia tra di noi e verso gli educatori; comprendevamo, anche senza dircelo, quali erano le normali difficoltà che ciascuno stava vivendo nel suo cammino vocazionale.

Sentiamo dunque di poter interpretare il pensiero di molti nell’esprimere a don Paolo e a don Livio tutta la nostra stima e fiducia; siamo solidali con il loro dolore, e allo stesso tempo fiduciosi che la limpidezza della loro vita e del loro ministero possa portare a una rapida chiarificazione dei fatti

A don Paolo e a don Livio desideriamo esprimere, con cuore grato, tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza che si fa preghiera accorata affinché Dio li sostenga.

D. Giovanni Giuffrida, d. Alberto Zanetti, d. Paolo Pigozzo, d. Francesco Pesce, d. Tiziano Rossetto, d. Davide Menegon d. Vanio Garbuio, d. Davide Schiavon, d. Giuseppe Danieli, d. Lorenzo Tasca, d. Alessandro Piccinelli, Marco Di Benedetto, d. Paolo Dotto, d. Cristiano Serafin, d. Francesco Filiputti, d. Stefano Didonè, Daniele Pavan, Pierandrea Busato, d. Michele Pestrin, d. Daniele Liessi, d. Marco Piovesan, d. Claudio Sartor, d. Giorgio Riccoboni, d. Roberto Cavalli, d. Luciano Traverso, d. Edoardo Cestaro, d. Elio Girotto, Giuseppe Andreatta, Alberto Sponchiado, d. Gabriele Bittante, d. Dario Magro, d. Paolo Scattolin, d. Daniele Vettor, Hellenio Comacchio, d. Andrea Caratozzolo, d. Francesco Bellato, d. Franco Zoggia, d. Emanuele Sbrissa, d. Federico Gumiero, d. Filippo Facchin, Mario Bettin, Stefano Pastrello, d. Emanuele Antonello, d. Corrado Ferronato, d. Claudio Bosa, d. Cristiano Carraro, d. Giulio Zanotto, d. Antonio Mensi, Dario Nasilli, d. Giuseppe Busato, d. Matteo Gatto, Andrea Agnolin, d. Mauro Fedato, d. Francesco Garofalo, d. Corrado Cazzin, d. Stefano Vidotto, Jacopo Pisano, Oscar Miotti, d. Mattias Franceschetto, d. Giuseppe Durigon, d. Giancarlo Pavan, d. Stefano Chioatto, d. Daniele Michieli, Carlo Sfoggia, Andrea Bernardi, d. Riccardo De Biasi, d. Paolo Barbisan, d. Oscar Pastro, d. Giacomo Crespi, d. Daniele Giacomin, d. Marco Carletto, d. Raffaele Coden, d. Michele Marcato, d. Samuele Tamai, d. Ireneo Cendron, d. Antonio Martignago, d. Manuel Simonaggio, d. Fabio Baracco, d. Nicola Stocco, d. Davide Frassetto, d. Virgilio Sottana, d. Matteo Andretto, d. Denis Vedoato, d. Rolando Nigris, d. Edy Savietto, d. Loris Gallina, d. Andrea Adami, d. Gabriele Fregonese, d. Filippo Basso, d. Stefano Tempesta, d. Daniele Trentin, d. Luca Schiavon, d. Lino Bertollo, d. Flavio Gallina, d. Gerardo Giacometti, d. Ivan Feltracco, d. Gianni Biasi, d. Alberto Gasparini, d. Federico Giacomini, d. Graziano Santolin, Stefano Zoccarato, d. Paolo Asolan, d. Artemio Favaro, d. Stefano Bressan, d. Luca Vialetto, d. Pierangelo Salviato, d. Tiziano Galante, d. Marco Cagnin, d. Flavio Gobbo, d. Giovanni Fighera, d. Fabio Bergamin, d. Giuliano Brugnotto, d. Samuele Facci, d. Antonio Ziliotto, d. Mauro Montagner, d. Matteo Cecchetto, d. Giancarlo Pivato, d. Silvio Caterino, d. Saverio Fassina, d. Luca Pizzato, d. Riccardo Camelin, Luca Scapin, Luca Cavallin, d. Alberto Piasentin, d. Giovanni Soligo, d. Roberto Macatrozzo, d. Paolo Furlan, d. Denis Venturato, d. Andrea Guidone, d. Mario Da Ros, d. Flavio Schiavon, d. Dionisio Salvadori, d. Paolo Marconato, d. Domenico Pilotto, d. Lorenzo Zannoni, d. Paolo Slompo, Giovanni Battista Polo, d. Massimo Gallina, d. Davide Crespi, d. Giovanni Marcon, d. Massimo Lazzari, d. Andrea Toso, d. Gino Busatto, d. Enrico Fusaro, d. Stefano Grespan, d. Alessandro Bellezza, d. Angelo Dal Mas, d. Enrico Prete, d. Matteo Volpato, d. Moreno De Vecchi, d. Devid Berton, d. Michele Secco, d. Luca Guzzo, d. Fabio Bertuola, d. Marcello Miele, Andrea Michieletto, Fabio Barbisan, d. Flavio Zecchin, Alessandro De Piero, d. Giuseppe Sovernigo, d. Rodolfo Budini, Andrea Zanella, d. Giampaolo Bano, Samuele Agostini, Daniele Conte, Pietro Saccon, p. Gianni Criveller, Fabio Pozzebon, d. Antonio Genovese, d. Mauro Mario Simeoni, Giovanni Parolin, Andrea Zottarelli, Jacopo De Cecchi, Alessandro Carraro, Daniele Carraro, d. Luciano Marchioretto, d. Roberto Bovolenta, d. Claudio Trabacchin, Alessandro Scattolin, Efrem Salvador, fra Remo Scquizzato, d. Bruno Rossetto, d. Piergiorgio Magaton

Il Seminario: un cenacolo e un laboratorio. Messaggio del Vescovo per la Giornata

Celebrare la Giornata del Seminario significa ricordare quanto importante sia per una Chiesa diocesana il dono di giovani che si preparano a diventare presbiteri; e anche quanto necessari siano il discernimento accurato della loro vocazione, la loro formazione e il loro sapiente accompagnamento verso l’ordinazione sacerdotale.

In questo ultimo tempo il numero dei seminaristi del nostro Seminario maggiore – quello cioè formato dai giovani degli ultimi sei-sette anni di formazione – è diminuito in maniera consistente (ciò che sta avvenendo, del resto, in tutte le diocesi del Triveneto, e non solo). Non è certo questo breve messaggio il luogo per tentare di addentrarci nelle ragioni, senza dubbio complesse, di questo calo. Si tratta, comunque, di un fenomeno che ci interpella tutti, preti e laici, Chiesa diocesana e comunità parrocchiali. A me preme solo dire, in questa circostanza, che noi non cessiamo di credere fermamente nella funzione del Seminario, e che nulla deve distoglierci dal continuare a farne una realtà verso la quale non vanno risparmiate cure e attenzioni, offerte formative serie e anche esigenti, ovviamente diverse in relazione alle varie età dei seminaristi e alle differenti fasi educative. Questa è anche l’occasione per testimoniare, da parte mia, la presenza e l’impegno di un gruppo di preti che per il Seminario lavorano con grande disponibilità e dedizione, anche sacrificando generosamente una personale propensione alla vita pastorale nelle parrocchie. Essi meritano davvero la gratitudine di tutti; così come la meritano i molti che, in maniere diverse, aiutano il Seminario.

E qui il mio pensiero corre alla figura di don Pierluigi Guidolin, il rettore del Seminario degli ultimi cinque anni, che il giugno scorso ci è stato strappato da una morte prematura, quando al Seminario stava dando il meglio di sé. Per me è difficile ricordare don Pierluigi al di fuori del Seminario: del resto vi ha speso, con passione crescente, 20 dei suoi 23 anni di sacerdozio. Devo dire che ha aiutato anche me a guardare al Seminario con ancora più intenso affetto e a riconoscerlo come un bene preziosissimo da custodire con cura, a scorgere nei seminaristi dei figli da amare con premurosa dedizione.

È proprio la vita evangelicamente e lucidamente spesa per gli altri di don Pierluigi, in particolare per la causa delle vocazioni presbiterali, che invita a riflettere su due domande.

La prima è: si è forse prosciugata la sorgente che genera nel cuore di ragazzi, adolescenti e giovani il desiderio di mettere la propria vita a servizio dell’annuncio di Gesù, del vangelo, della comunità dei credenti? Don Pierluigi aveva chiesto che il brano evangelico del suo funerale fosse quello in cui Gesù presenta se stesso come il chicco di grano che, caduto in terra, muore e produce molto frutto (cf. Gv 12,24). Aveva scritto che in quelle parole egli scorgeva in filigrana la sua vicenda vocazionale. Ebbene, dobbiamo credere che il farsi, come Gesù, chicco seminato nel terreno di una donazione di sé che genera vita cristiana, può ancora affascinare chi non voglia non tenersi stretta, solo per sé, la propria esistenza («chi ama la propria vita, la perde», sono le parole di Gesù che spiegano l’immagine del chicco di grano che muore). Mi viene da dire: dobbiamo scovarli, questi giovani desiderosi di donarsi, dobbiamo aiutarli a identificare in loro una chiamata che forse stenta a farsi strada in mezzo a situazioni intricate, dentro storie attraversate da vari condizionamenti, anche da controtestimonianze; dobbiamo, soprattutto, farli incontrare con Gesù. E le comunità cristiane devono sempre più prendere coscienza che i futuri preti non si “fabbricano” artificialmente; certo, si formano, ma soprattutto si aiutano a scoprire e a dissotterrare “il tesoro nel campo” di cui ci parla il vangelo. Questo tesoro è Gesù, l’uomo totalmente per gli altri.

La seconda domanda è come accompagnare, sostenere e rendere solida la risposta di chi percepisce la chiamata al sacerdozio. Qui il Seminario trova tutto il suo senso come cenacolo e come laboratorio. Come cenacolo: luogo in cui ci si aiuta insieme (formatori e formandi), attorno a Gesù, ad assumere una vita che si conforma a Lui e impregnata di servizio alla Chiesa. Come laboratorio: luogo in cui si cerca di comprendere come essere autentici presbiteri per l’oggi e per il domani di una Chiesa che, se vuol essere fedele al suo Signore e Maestro, deve sempre riformare se stessa.

Tutto questo domanda luce e forza dello Spirito Santo, preghiera, fiducia nell’azione di Dio, solidarietà dell’intera Chiesa diocesana. Ma chiede anche modelli sacerdotali capaci di affascinare, e poi comunità cristiane che non “pretendano” preti, ma li sappiano generare come grembo fecondo, e li amino: dal primo giorno del loro ingresso in Seminario fino a quando li “restituiscono”, con gratitudine, al Signore che li ha chiamati e a quelle comunità li ha inviati.

 

† Gianfranco Agostino Gardin