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Un’estate per tutti con l’Ac: formazione, condivisione, servizio

Tornano anche quest’anno le proposte estive promosse dall’Azione cattolica diocesana. Iscrizioni entro il 15 luglio per l’edizione 2019 del Campo 18-19enni. Otto giorni a Caviola, nel bellunese, dal 27 luglio al 3 agosto, di cui una notte in un rifugio d’alta quota sul monte Civetta; otto giorni per riscoprire insieme la bellezza della relazione con Gesù nell’età delle grandi scelte.
Sarà, invece, Matera, capitale europea della cultura 2019, la meta del campo giovani che si terrà dal 3 al 9 agosto. Rivolto alla fascia di età 20-35 anni e concepito nella forma del campo mobile che partirà da Tricarico e, facendo tappa proprio nel caratteristico capoluogo lucano, proseguirà per Grassano e Miglionico, vedrà i partecipanti attraversare i borghi e i celebri paesaggi della Basilicata. Un mezzo seguirà i giovani nel percorso trasportando i bagagli e rendendo l’itinerario alla portata di tutti.
Il castello di Mirabello, che sorge a 1100 metri di altitudine a Lorenzago di Cadore sarà la “location” per il Campo Famiglie, rivolto a famiglie con o senza figli, in programma dal 3 al 10 agosto e, in un secondo turno, dal 10 al 17 agosto. Il percorso del campo, per il quale sono in programma escursioni, momenti relax, occasioni di riflessione di coppia e personale, dibattito e condivisione, incoraggerà ogni famiglia a scoprire come, attraverso il sacramento del matrimonio e l’ascolto della Parola, è possibile vivere in questo tempo imparando a essere generatori sia in famiglia che nella comunità sociale ed ecclesiale. Per i ragazzi, proposte ad hoc a cura degli educatori Acr. Informazioni e iscrizioni per tutte le esperienze estive su actreviso.it.

Ac pellegrina per San Liberale

In occasione della solennità di S. Liberale l’Azione cattolica diocesana si riunisce attorno al Vescovo per ricordare le virtù del patrono di Treviso che ancor oggi ci indicano la via della santità: l’assistenza ai poveri e agli ammalati, l’azione vigorosa per sostenere il coraggio dei credenti, l’instancabile predicazione del vangelo. Appuntamento a sabato 27 aprile alle 10 in Cattedrale.

A Treviso il Seminario di Pastorale sociale della Chiesa italiana

Una pastorale “trasversale”, che lavora per progetti prima che per ambiti. Attenta ad “accompagnare le comunità” ma anche a cogliere le sfide che arrivano dall’esterno, come quella che “i giovani lanceranno venerdì con la giornata di mobilitazione sul clima”. È questa la pastorale sociale delineata da don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e i problemi del lavoro, nell’introdurre ieri pomeriggio a Treviso l’intervento il 4° Seminario nazionale di Pastorale sociale, intitolato “Cercare un nuovo inizio, per una pastorale sociale capace di futuro: lavoro, giovani, sostenibilità”, rivolto in particolare ai direttori degli Uffici di pastorale sociale e alle associazioni interessate. Don Bignami ha ammesso che quello della pastorale sociale è un ambito difficile, ma quella dell’ecologia integrale delineata dalla Laudato si’ è una “bella sfida e prospettiva”. Il direttore dell’Ufficio Cei ha, a questo proposito, anticipato che la prossima Settimana sociale nazionale sarà dedicata ai temi della sostenibilità e del bene comune. Don Bignami ha poi individuato tre questioni che guideranno i lavori del seminario, che si concluderà sabato. La prima è quella di una pastorale sociale, per usare le parole del cardinale Martini, profetica e trasversale, capace di “agire per progetti insieme ad altre dimensioni pastorali, come Caritas, Salute, Giovani”. In secondo luogo, l’utilizzo di quelle che il direttore ha chiamato le “tre corsie dell’autostrada”: la capacità di integrare, la capacità di dialogo, la capacità di generare”. In terzo luogo, don Bignami ha segnalato “due salvagenti”: il principio che l’unità prevale sul conflitto, indicato dal Papa, e la sostenibilità.

Padre Occhetta:”La Chiesa chiamata ad attraversare i conflitti”

“Quando un ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro deve decidere cosa fare davanti alle questioni legate all’inquinamento o al degrado dei territori occorre avere un’attitudine come premessa a qualsiasi nostra forma di accompagnamento: il servizio della fede e la promozione della giustizia”.
Lo ha detto il gesuita padre Francesco Occhetta, redattore della “Civiltà Cattolica”, tenendo  l’intervento introduttivo del Seminario sul tema “L’Unità prevale sul conflitto. Essere enzimi nei nostri territori”. “Senza la dimensione della giustizia e della sua concreta costruzione la nostra fede si ritrae nel cultico. Senza la fede la nostra azione diventa ideologica e rischia di far diventare l’idea più forte della vita delle persone che si devono servire. Tra i valori e la realtà (incarnata) occorre attraversare quella terra di nessuno che si chiama discernimento che porta la dottrina sociale a essere dinamica e sempre in divenire nella storia”.
La Chiesa, ha spiegato il redattore della “Civiltà Cattolica”, non deve avere paura a “entrare” nelle questioni che riguardano il delicatissimo nesso tra ambiente e lavoro e ha portato l’esempio dell’Ilva di Taranto, partendo dal fatto che per la Dottrina sociale “il lavoro è soprattutto la vita del lavoratore” e questa è la bussola che dee orientare il discernimento in casi complessi o di conflitto.
Padre Occhetta, nel ripercorrere l’impegno della Chiesa nel caso Ilva. Ha individuato alcune caratteristiche paradigmatiche, già sperimentate in altri contesti, come quello tedesco: la denuncia di ciò che umilia la persona; l’accompagnamento dei processi di mediazione; lo stile di povertà; la competenza tecnica; la proposta di alternative possibile che rendono l’azione neutra ma non neutrale. (Bruno Desidera- La Vita del popolo)

In Quaresima con l’Ac sulla via della bellezza

Papa Francesco ci incoraggia sempre a utilizzare la “via della bellezza” (via pulchritudinis) per trasmettere la fede cercando quelle espressioni dell’arte che non hanno solo “il compito di descrivere il visibile, ma di cogliere nel visibile l’Invisibile (Joan Miró)” e che sanno inquietare le coscienze, le menti e i cuori, costringendoli ad affacciarsi sull’abisso dell’Infinito, dell’Oltre, dell’Altro.
Sollecitati dalle parola del Pontefice e consapevoli della vastità del patrimonio storico-artistico che la nostra Chiesa di Treviso custodisce, l’Azione cattolica e l’Ufficio diocesano per l’arte sacra e i beni culturali collaborano per un ciclo di catechesi dal titolo “Generare, accogliere, lasciar partire”, che verrà proposta contemplando alcune opere d’arte delle chiese del nostro territorio.
“Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda, anche in mezzo alle prove. In questa prospettiva, tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta a incontrarsi con il Signore Gesù. Non si tratta di fomentare un relativismo estetico, che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza, ma di recuperare la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Risorto” (Evangelii Gaudium al n. 167).
L’opera artistica, con i suoi significati e i messaggi che esprime, sarà il testo che don Paolo Barbisan proporrà alla meditazione suggerendo gli elementi da accogliere nel nostro cuore affinché siano generatori di conversione e apertura al mondo.
L’arte che mette in contatto l’uomo con la propria interiorità (mai così tanto evocato al giorno d’oggi ma poi spesso concretamente disatteso), come soglia che apre all’incontro con Dio, come luogo d’incontro tra generazioni, può essere strumento di evangelizzazione. Per l’ associazione, sempre attenta a far camminare insieme ragazzi, giovani e adulti, questa proposta è occasione per rafforzare la vicinanza tra i propri associati di diverse età e con quanti vorranno partecipare perché l’arte avvicina i cuori e non ha età.
Gli appuntamenti previsti alle ore 15.30 comprenderanno la catechesi sul tema proposto, un tempo di riflessione personale guidato e la recita dei Vespri. Ecco il programma: “Generare”, il 17 marzo a Treviso al tempio di San Nicolò; “Accogliere” il 31 marzo a Istrana, in chiesa parrocchiale; “Lasciar partire” il 7 aprile a Fossalunga, in chiesa parrocchiale. (Ac – Commissione Adulti)

“La malattia tra fragilità e cura”: convegno ministri straordinari e operatori e volontari della salute

Si tiene sabato 2 marzo, nel tempio di San Nicolò a Treviso, l’annuale convegno diocesano dei volontari e operatori della salute e dei Ministri straordinari della Comunione. L’appuntamento è promosso dall’ufficio Liturgico e dall’ufficio di Pastorale della salute. Sul tema “La malattia tra fragilità e cura – Una paradossale opportunità” ci sarà la relazione di don Donato Pavone, psicologo e docente di Antropologia filosofica e Psicologia nello Studio Teologico interdiocesano e all’Istituto superiore di Scienze religiose Giovanni Paolo I. Seguirà la celebrazione dei Primi Vespri.

“La sofferenza può rappresentare un’opportunità, per chi la patisce e per chi la condivide. A determinate condizioni, infatti, la malattia può avviare quel cammino di spogliazione e purificazione che ha il potere di condurre all’individuazione o alla riscoperta dell’essenziale. Si tratta di un pellegrinaggio interiore, personale, mai privato, certo non facile da percorrere, ma possibile per grazia di Dio e vicinanza dei fratelli”: lo scrive don Donato Pavone in una piccola pubblicazione che verrà donata ai partecipanti al convegno.
L’appuntamento è dalle ore 15 alle 17 nel tempio di San Nicolò (parcheggio disponibile in Seminario o all’esterno).

“Ascoltate oggi la sua voce”: disponibile il sussidio di Quaresima proposto dall’Ac

Il sussidio dell’Azione cattolica di Treviso per la preghiera – personale, in coppia o in gruppo – nel tempo di Quaresima propone di accostare il Vangelo di ogni giorno. Le riflessioni preparate da un gruppo di laici della nostra diocesi aiutano il passaggio dalla Parola alla vita, e sono completate dai brani scelti dall’esortazione Gaudete et exsultate, nella quale il Pontefice ci ricorda che “tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza, e nel volgersi ogni giorno verso Dio”. Il sussidio è uno strumento utile per esercitarci ogni giorno coniugando nella nostra vita, secondo le possibilità personali, 5 verbi, “cinque grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo che considero di particolare importanza a motivo di alcuni rischi e limiti della cultura di oggi”: sopportare, gioire, osare, convivere, pregare (papa Francesco)”. Acquistabile in Casa Toniolo e ordinabile utilizzando il modulo su www.acitreviso.it

San Francesco di Sales: le messe al monastero della Visitazione

Il monastero della Visitazione Alle Corti di Treviso si prepara alla festa del patrono, san Francesco di Sales, la cui memoria liturgica ricorre il prossimo 24 gennaio.
Le monache invitano i fedeli, in particolare delle parrocchie vicine, a festeggiare il fondatore dell’ordine della Visitazione di Maria, patrono degli operatori della comunicazione e delle persone sorde, di cui le religiose custodiscono il cuore proprio nella chiesa del monastero. Giovedì 24 gennaio, la messa sarà celebrata alle ore 7; alla sera, alle 20, recita del Rosario e alle 20.30 messa solenne, presieduta da mons. Arduino Beltrame, cui seguirà l’adorazione eucaristica fino alle ore 22. La messa serale sarà anche l’occasione per festeggiare una sorella che al mattino farà la vestizione, con il velo bianco, dopo l’anno di postulandato: una cerimonia riservata alle sorelle del monastero, che però, alla sera, desiderano condividere la loro gioia con gli amici.
Sabato 26, alla messa delle 15.30, saranno in festa al monastero i membri dell’Ispettoria salesiana del Nordest, mentre domenica 27, alle 11.15, ci sarà la messa con la partecipazione dell’Ente nazionale sordi di Treviso celebrata, anche nella lingua dei segni, dall’assistente ecclesiastico, don Paolo Cecchetto.

Bilanci di pace il 15 e il 22 gennaio: un’altra comunicazione è possibile

“Bilanci di pace” torna, all’inizio del nuovo anno e nel mese della pace, a proporre una riflessione, divisa in due serate e promossa dai cinque uffici diocesani dell’area della prossimità: Caritas tarvisina, Centro missionario, Migrantes, Ufficio di pastorale sociale, lavoro, giustizia pace, salvaguardia del creato e stili di vita, Ufficio di Pastorale della salute. Al centro dell’attenzione, quest’anno, la comunicazione. Si inizia martedì 15 gennaio, con l’incontro “Fare il bene, comunicarlo bene”. Dopo l’introduzione di Angelo Squizzato, direttore di Telechiara, interverrà Sonia Marcon, docente in Psicologia all’università salesiana Iusve di Mestre.
“La comunicazione è un processo complesso in cui si intrecciano diverse variabili sia personali che esterne – sottolinea la dott. Marcon -. Per quanto si sia preparati sul proprio argomento, non tutto si può prevedere in un processo comunicativo. Può sempre capitare la domanda «sibillina», l’obiezione polemica, l’attacco pregiudizievole, il fraintendimento… Tutte queste sono situazioni che diventano stressanti e il rischio è di «sbottare» dando il fianco a chi provoca, o di «ammutolirsi» dando l’impressione di non essere preparati. In pubblico la pressione aumenta e quindi anche il rischio”. Come prepararsi a queste evenienze, individuando i fattori di rischio ma anche e sopratutto le risorse o strategie su cui possiamo contare, a cominciare dalla disponibilità al confronto critico e non al combattimento, e dalla capacità di ascolto attento dell’altro? Anche quando si “fa del bene”, soprattutto da parte di associazioni di volontariato e realtà caritative, magari sui fronti “caldi” dell’impegno sociale ed ecclesiale, è importante “comunicarlo bene”.
Martedì 22 gennaio si parlerà di “Un modo diverso di comunicare sull’immigrazione”. A intervenire sarà il sociologo Stefano Allievi, dell’Università di Padova, esperto di fenomeni migratori.
La conferenza-spettacolo è tratta dal suo libro “Immigrazione. Cambiare tutto” (Laterza 2018): un testo che è l’esito di ricerche quasi trentennali sul tema, ricchissimo di dati di prima mano molto aggiornati, analizzati alla luce di un paradigma interpretativo fortemente innovativo, cercando di rispondere ai timori di parti crescenti dell’opinione pubblica, offrendo soluzioni concrete e pragmatiche, al di là delle divergenze politiche sul tema.
L’immigrazione è un fenomeno strutturale da decenni, ma è sempre stato affrontato in termini di emergenza. Tuttavia, le sue dimensioni e le sue caratteristiche sono tali da esigere una soluzione complessiva che non sottovaluti il malessere diffuso nell’opinione pubblica: capace di collegare le cause delle migrazioni, a monte, nei Paesi d’origine, con i loro effetti a valle, nei Paesi di destinazione (disuguaglianze globali crescenti, squilibri demografici, tendenze economiche, effetti sociali e culturali, criticità e paure diffuse).
E’ urgente e necessaria una riflessione critica onesta su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose (dal traffico irregolare alla crescente xenofobia, passando per il controllo dei confini, le modalità dell’accoglienza, la questione dei respingimenti), al di là delle contrapposizioni ideologiche, con il coraggio di proposte radicali e soluzioni praticabili. Perché le migrazioni ci sono, sono sempre di più, e saranno ancora di più in futuro. Rappresentano quindi una sfida da affrontare. E da vincere.
Lo spettacolo è il frutto di una contaminazione di linguaggi, che aiuta a rendere facilmente comprensibili dei problemi complessi e dalle molte variabili. L’ibridazione di forme comunicative consente al pubblico di immedesimarsi nei problemi affrontati.
Le serate si terranno al teatro Aurora di Treviso (via Venier, 28), con inizio alle 20.45.

“Metti in circolo l’Ac”: la presidenza nazionale incontra le associazioni trivenete

Domenica 13 gennaio all’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano, dalle 9.15 alle 16, i presidenti parrocchiali di Azione cattolica del Triveneto incontreranno Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac e i membri della presidenza. L’incontro, dal titolo “Metti in circolo l’Ac”, sarà un momento in cui le 15 diocesi del Triveneto presenteranno le loro esperienze e le buone prassi nell’ottica della condivisione di idee e come stimolo per generare nuovi percorsi e processi anche in altre parrocchie o realtà diocesane. Saranno presenti 400 tra presidenti parrocchiali e membri dei consigli parrocchiali di Ac, delle presidenze vicariali, foraniali e diocesane. “Tre i temi posti all’attenzione dell’incontro – commenta il delegato regionale di Ac Filippo Doni – il tema delle parrocchie chiamate a lavorare insieme (collaborazioni o unità pastorali), quello del dinamismo dell’Ac, e il rapporto tra Ac e territorio, che richiama il tema della presenza dell’associazione nel dibattito civile e nel lavoro assieme agli altri soggetti che nel territorio operano, in cui è sempre più necessario arricchire il dialogo e favorire il lavorare assieme.

Sono Lettori due candidati al diaconato permanente

Giovedì 22 novembre nella chiesa parrocchiale di Silea, il vescovo Gianfranco Agostino ha presieduto la santa messa con il conferimento del ministero del lettorato a due candidati al diaconato permanente: Alberto Salemma, della parrocchia di Frescada, in servizio pastorale a San Paolo e San Liberale di Treviso, e Marco Rapposelli, della parrocchia della Cattedrale di Treviso e in servizio pastorale a Silea. Nella sua omelia, il Vescovo ha richiamato l’essenzialità del rito, che prevede la consegna della Bibbia con le parole “Ricevi il libro delle sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”. Nella sua semplicità, tale rito mette in evidenza la centralità che la Parola di Dio assume nella vita della Chiesa, al cui servizio si pone il lettore.
Il vescovo poi ha augurato a Marco e Alberto che la loro vita e il loro cammino di formazione al ministero diaconale siano fecondi e sempre impregnati della Parola viva di Gesù.
L’accoglienza, poi, della comunità di Silea ha permesso di continuare la festa nei locali dell’oratorio parrocchiale.