Alla cerimonia religiosa nella solennità di san Liberale, patrono della città e della diocesi di Treviso, sabato 27 aprile, erano presenti numerosi fedeli e autorità civili e militari, tra le quali il sindaco di Treviso, Mario Conte, e il prefetto Maria Rosaria Laganà. A presiedere la celebrazione il vescovo di Treviso, mons. Gianfranco Agostino Gardin che, nell’omelia, ha messo in luce la singolarità di san Liberale: Se confrontato con le diocesi trivenete, “san Liberale costituisce l’unico caso di un patrono di diocesi che non è né vescovo, né martire. E’ un cristiano laico. Non dispiace questa singolarità del nostro patrono, pensando che nella Chiesa si sta riconoscendo con maggior attenzione, sulla spinta del Concilio Vaticano II, la dignità e la corresponsabilità dei fedeli laici”. I motivi per cui fu scelto quale patrono furono, probabilmente, ha aggiunto il Vescovo, “la sua fede cristallina, la sua coerenza di vita, la sua generosità e dedizione nel farsi divulgatore del Vangelo e amico dei poveri. Non va dimenticata poi la sua tenacia e il suo coraggio nel difendere la purezza della fede cristiana in un momento in cui l’eresia ariana – che negava la divinità di Gesù – si stava diffondendo, creando divisioni e disorientando i cristiani”. Egli – ha proseguito mons. Gardin – ci aiuta a ricordare “che la nostra è davvero «fede dei padri», fede frutto di lunga traditio. E ogni generazione ha dato il proprio apporto alla fede ricevuta dai padri (più realisticamente dalle madri), arricchendola della propria esperienza, della propria capacità di renderla vita vissuta”. E, “pur nello scorrere della storia della Chiesa” alcune caratteristiche sono rimaste e sono evidenti nelle letture scelte per la celebrazione. “La prima lettura, dagli Atti degli Apostoli (At 16,25-34), ci pone di fronte alla fatica dell’evangelizzazione, primo e irrinunciabile compito della Chiesa”, da svolgere nonostante le tante prove che si devono affrontare. “L’annuncio del vangelo – ha spiegato il Vescovo – oggi, soprattutto nella nostra cultura occidentale, deve fare i conti con letture distorte del messaggio cristiano, indifferenza, precomprensioni ideologiche, tentativi di strumentalizzare la fede a scopi politici, mentalità che difficilmente si riconosce nei contenuti portanti del cristianesimo. Certo, si aggiunge anche la fragilità e la coerenza non sempre cristallina degli stessi cristiani. Paolo osservava che l’apostolo porta «un tesoro in vasi di creta» (2Cor 4,7); il tesoro, che è il vangelo, è dunque affidato alla fragilità dei cristiani”.
Nella seconda lettura l’insistenza di Giovanni nell’affermare la divinità di Gesù (1Gv 5,1.4-5.13.20-21), richiama “l’impegno concreto di San Liberale nel difendere la divinità di fronte all’eresia. Si tratta di quella verità che sta e starà sempre al cuore della fede: Gesù Cristo, Figlio di Dio venuto tra noi, è l’unico vero rivelatore del Padre, è l’alfa e l’omega dell’esperienza cristiana”. “Ridurlo a un contenitore di valori, certo positivi, ma magari indebitamente selezionati in funzione di ideologie sociali o politiche” significa portare il cristianesimo fuori strada.
Infine l’apostolo Tommaso (Gv 20,24-31), “ci rimanda alla fatica del credere”. “Credere senza constatare è atto impegnativo”. “Non dimentichiamo che è difficile dare fiducia a chi non si conosce, a chi non si è veramente incontrato”.
San Liberale, laico cristiano, è stato l’augurio conclusivo del vescovo Gardin, “sostenga il cammino di solidarietà, di pace, di sano benessere delle donne e degli uomini di questa città e di questa Chiesa trevigiana”.

agenzia fotofilm treviso messa patrono san liberale in cattedrale

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