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“Coltiviamo la convivenza e l’amicizia civile”: il vescovo agli amministratori nell’incontro per lo scambio di auguri

“L’amicizia civile accetta le differenze tra le persone, ne apprezza il valore, coglie lo stimolo alla convivenza che ne proviene e ha fiducia nella reciprocità. Sfida impegnativa, ma che vale la pena almeno di prendere in considerazione: la fatica che porta con sé è costituita dalla disponibilità al dialogo, la disponibilità a superare incomprensioni e contrasti, l’ostinazione alla ricerca del bene possibile; la benedizione che porta è il respiro di un’autentica convivenza, della costruzione di legami di aiuto e di stima, di un mondo più vivibile e bello. È a ben vedere l’atteggiamento stesso nei nostri confronti del Signore che viene. Colui che viene ad abitare tra noi ci chiama amici, non servi (Gv 15,15), ci comunica tutta la profondità dell’amore del Padre per ciascuno di noi e per tutti. Amicizia con Dio come ultimo fondamento dell’amicizia civile fra noi”. Questo uno dei passaggi centrali dell’intervento del vescovo Michele Tomasi giovedì sera, 12 dicembre, nel salone dell’Episcopio, per lo scambio di auguri con gli amministratori locali e i politici del territorio diocesano: molti i sindaci presenti, i consiglieri e gli assessori comunali, ma anche i rappresentanti delle Province di Treviso, Padova e Venezia e consiglieri e assessori regionali.

Una tradizione avviata dai suoi predecessori, che mons. Tomasi ha definito “una bella occasione”. Chi amministra la vita di un territorio, e soprattutto delle persone che vi abitano, deve confrontarsi quotidianamente con la concretezza del bene comune, “che è vita ordinata, possibilità di crescita, direi di “fioritura” delle persone che vi vivono e dei gruppi in cui esse sono organizzate e si organizzano – ha ricordato il Vescovo -. Sono tante le esigenze che vi è chiesto di soddisfare, tante le richieste che vi vengono poste, siete vicini a chi vi elegge e che può vedere con una certa facilità i risultati del vostro impegno. Siete parte della comunità che amministrate, dalla quale venite e alla quale tornerete. Ho talvolta l’impressione che voi siate alla vera frontiera del lavoro politico e che la conquista del vostro consenso si misuri sulla concreta capacità di dare risposte a bisogni molteplici, talvolta in competizione tra loro”.

“La riflessione della Chiesa su questi temi – ha aggiunto – ci ricorda che per raggiungere questo risultato è necessario impiegare grande capacità e impegno, su un piano che non è meramente materiale. Non basta neppure – anche se si tratta di una dimensione fondamentale ed irrinunciabile – stilare “l’elenco dei diritti e dei doveri della persona”. La convivenza acquista – ci dice il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa – tutto il suo significato se basata sull’amicizia civile e sulla fraternità”, un campo caratterizzato da disinteresse, distacco dai beni materiali, donazione, disponibilità interiore alle esigenze dell’altro. Una virtù, quella dell’amicizia, che il Vescovo vede come “controcorrente rispetto ad alcune esperienze contemporanee, rispondente però ad un’aspirazione profonda di molti”.

“L’amicizia civile distingue un aggregato casuale di persone da un popolo – ha detto il Vescovo -. Il Natale ci viene incontro come la speranza sempre nuova di un popolo. Il profeta Isaia proclamerà ancora una volta nella notte santa: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). La luce dell’incarnazione si può riverberare anche nella vostra missione – ha ricordato mons. Tomasi agli amministratori – quando questa riesce, tra molte difficoltà e vincoli, a difendere e promuovere la dignità e l’umanità di tutti, partendo dai più umili e fragili, contribuendo alla crescita di relazioni autentiche tra persone e gruppi nei nostri territori”.

Il vescovo ha voluto condividere con i presenti tre parole chiave del cammino della nostra Diocesi: sinodalità, collaborazione, discernimento. “Tre parole che mi sono diventate care in questi due mesi di presenza alla guida della diocesi di Treviso, parole che mi sono state ‘consegnate’ dal Cammino Sinodale intrapreso dalla nostra diocesi sotto la guida sapiente di mons. Gardin e che volentieri continuiamo insieme. Sono parole che stanno guidando la chiesa di Treviso nel suo cammino a servizio del bene comune – ha aggiunto -. Forse possono esservi di aiuto. Mi fa piacere condividere con voi la cura, le preoccupazioni e la speranza che animano tanti cittadini trevigiani nel loro servizio nella Chiesa”.

Infine, il Vescovo ha citato alcune parole sulla convivenza umana della “Pacem in terris”, l’enciclica del papa santo Giovanni XXIII, cui ha dato un forte contributo il trevigiano card. Pietro Pavan. “E’ questa convivenza civile, questa amicizia civile che auguro a voi e a tutti noi di servire e di realizzare, ciascuno con le sue responsabilità; che questo sia il sincero augurio di Buon Natale che rivolgo a voi, alle vostre famiglie, a tutte le vostre comunità. Lavoriamo per il bene, il bello, la giustizia” ha concluso il Vescovo, che ha poi donato a ciascuno il testo di p. Giacomo Costa, Il discernimento.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti da parte degli amministratori, introdotti da Franco Bonesso, a nome dell’Associazione Comuni della Marca. Il sindaco della città, Mario Conte, anche in qualità di presidente regionale dell’Anci, ha ringraziato il Vescovo per i gesti essenziali di positività che sta diffondendo, presentandogli le persone presenti come “amministratori virtuosi, onesti e appassionati, che amano la propria gente e la propria terra e vivono con responsabilità il proprio servizio al bene comune”. Il presidente della Provincia Stefano Marcon ha parlato di un Ente che sta tornando a respirare dopo anni di asfissia, e di un territorio impregnato della cultura contadina che è fatta di solidarietà, accoglienza e rispetto delle regole. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo, ha sottolineato lo sforzo quotidiano del Consiglio di ascoltare e rispettare le posizioni di tutti, per poi fare sintesi, salvaguardando i rapporti tra le persone di parti politiche diverse, l’umanità e l’amicizia civile. “Lavoriamo con responsabilità e consapevolezza per la Casa comune che ci è affidata, consapevoli che stiamo servendo un bene comune che è più grande di noi”, l’auspicio di Pigozzo. Anche il sindaco di San Donà Andrea Cereser ha sottolineato il valore del confronto fra posizioni diverse, evidenziando alcuni problemi complessi di questo tempo, dalla questione ambientale alla denatalità, alla solitudine di anziani e giovani, e messo in luce l’importanza di fare di un Comune una comunità. Ha portato il suo saluto anche l’assessore regionale Roberto Marcato, in rappresentanza della zona padovana della nostra diocesi, che ha auspicato per il Veneto l’autonomia attesa da molto tempo.

L’intervento integrale del Vescovo