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Una preghiera per l’Ucraina: famiglie artigiane di pace

Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, papa Francesco con fede incrollabile non perde occasione per invitare tutta la Chiesa a pregare per la fine del conflitto. La Chiesa italiana, rispondendo all’invito del Pontefice, ha predisposto uno schema di preghiera per la pace, dal titolo “Giustizia e pace si baceranno” (disponibile sul sito ufficiale della Cei) da celebrare il sabato o la domenica delle Palme, così come suggerito dai Vescovi nel corso dell’ultimo Consiglio episcopale permanente. In sintonia con questi orientamenti, il vescovo Michele ha fatto propria un’iniziativa promossa dagli uffici diocesani per l’Ecumenismo, liturgico e per la Pastorale famigliare: sostenere e continuare fino alla fine del conflitto la preghiera per la pace a cui già si dedicano tanti fedeli e parrocchie della diocesi, insieme alla generosa attività di accoglienza dei profughi.
Giungerà in questi giorni ai parroci, assieme alla preghiera proposta dalla Cei, che è possibile adattare per la preghiera delle Quarant’ore, e all’intenzione da aggiungere alla Preghiera universale nella Celebrazione della Passione del Signore il Venerdì Santo, anche la proposta per una preghiera diocesana per la pace invocando l’intercessione di Maria, Madre di Dio. La preghiera è stata pensata non solo per chiedere alla Vergine il dono della pace, ma anche per aiutare a prendere coscienza delle implicanze ecumeniche che il conflitto porta con sé. La guerra ha, infatti, ulteriormente approfondito il solco che già segnava l’Ortodossia Ucraina divisa tra due Chiese: la Chiesa autocefala ucraina (indipendente da Mosca) e la Chiesa autonoma ucraina, che pur criticando coraggiosamente le posizioni di Kirill, rimane sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. In questo scenario s’inserisce l’azione dei cattolici direttamente coinvolti nel conflitto per la presenza della Chiesa greco-cattolica ucraina, attraverso l’azione del Santo Padre e per il fatto che un ruolo significativo nell’accoglienza viene svolto da organismi e famiglie cattolici.
Per richiamare questa dimensione del conflitto, spesso lasciata in ombra o strumentalizzata indebitamente dai media, viene proposto di porre vicino all’immagine della Madonna presente nelle nostre chiese, davanti alla quale abitualmente i fedeli si recano a pregare, un’icona della Vergine rappresentata secondo i canoni dell’iconografia ortodossa assieme alla “Preghiera per la pace” (nel box a fianco) nella quale viene invocata l’intercessione di Maria, Madre di Dio. La devozione alla Madre di Dio ha, infatti, un valore intrinsecamente ecumenico essendo condivisa da cattolici e ortodossi.
è stata preparata anche una versione della stessa preghiera perché la si possa recitare personalmente o in famiglia, reperibile sul sito della diocesi.
Quanto proposto possa essere un aiuto alle Comunità per integrare nella celebrazione del Mistero della Passione-Morte-Resurrezione del Signore il vissuto di tanti fratelli e sorelle cristiane che condividono con noi la stessa fede nel Cristo che ha riconciliato l’umanità in Dio «affidando a noi la parola della riconciliazione» (cfr. 2Cor 5,18-19).

(don Luca Pertile)

 

Leggi la lettera degli uffici e scarica il testo della preghiera

La lettera degli uffici Liturgico, per la Pastorale famigliare e per l'Ecumenismo

Preghiera per la pace: in ogni chiesa e in ogni famiglia, fino alla fine del conflitto

“Carissimi e carissime, il nostro vescovo Michele invita ogni fedele e famiglia a pregare per la pace in Ucraina,  rispondendo così ai ripetuti appelli che papa Francesco continua a rivolgere alla Chiesa. Gli uffici per l’Ecumenismo, Liturgico e per la Pastorale famigliare hanno predisposto un sussidio che può favorire e sostenere la preghiera in casa, in sintonia con quanto avviene nelle Comunità parrocchiali. Si propone che questa preghiera sia mantenuta fino alla fine del conflitto.

In casa suggeriamo di allestire un “angolo per la preghiera” con l’immagine di Maria che veneriamo in casa o con un’icona mariana, una candela da accendere quando si recita la preghiera, e la “Preghiera per la pace”. La preghiera “Sotto la tua protezione” risale al III secolo e invoca Maria con l’antico titolo di “Madre di Dio”, comune a cristiani cattolici e ortodossi; chiede che siamo liberati da ogni pericolo e abbiamo protezione in lei, Regina della pace.

Il suggerimento di utilizzare un’icona mariana richiama la necessità di pregare anche per l’unità della Chiesa, che l’accoglienza dei cristiani ucraini comporta; infatti la maggior parte di loro sono ortodossi. La proposta può diventare una preziosa occasione per educarci ed educare i più piccoli alla possibilità di vivere in maniera diversa la stessa fede in Gesù Cristo (per es. tutti i fratelli ortodossi e greco-cattolici ucraini quest’anno celebrano Pasqua il 24 aprile e anche questa potrebbe essere occasione d’incontro facendo gli auguri).

Per intercessione di Maria, con fiducia chiediamo al Signore crocifisso e risorto il dono della pace”.

Gli Uffici diocesani

per l’Ecumenismo, Liturgico, Pastorale famigliare

 

PREGHIERA PER LA PACE (vd anche allegato)

 

Ci rivolgiamo a te, Maria,

Madre di Dio e Madre nostra,

per invocare il dono della pace.

Volgi il tuo sguardo materno su tutti i tuoi figli.

Libera dalla guerra e dalla violenza

le famiglie, le comunità, i popoli.

Aiutaci ad essere “artigiani di pace”

per vivere come veri fratelli e sorelle.

Con fiducia ti preghiamo:

  

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,

santa Madre di Dio.

Non disprezzare le suppliche di noi

che siamo nella prova,

ma liberaci da ogni pericolo,

o Vergine gloriosa e benedetta.

 

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.

Tu sei benedetta fra le donne

e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,

prega per noi peccatori,

adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

               Maria, Regina della pace, prega per noi.

 

O Dio, che nel tuo unico Figlio

hai aperto a tutti

la sorgente della pace,

per intercessione

della beata Vergine Maria,

Madre di Dio,

dona all’umanità, che tu ami,

la pace tanto desiderata e invocata,

perché formi una sola famiglia

unita nel vincolo dell’amore fraterno.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

               (dalla Colletta della “Messa per Maria Regina della pace”)

 

 


Papa Francesco: il testo dell’Atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

“Un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”. Così il Papa, in una lettera inviata ai vescovi di tutto il mondo, definisce l’Atto di Consacrazione dell’umanità, “in modo particolare della Russia e dell’Ucraina”, al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, che avrà luogo il 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione, nel corso della celebrazione penitenziale nella basilica di San Pietro alle 17. Francesco esorta ogni vescovo a unirsi a tale Atto, previsto per le 18.30, “convocando, nella giornata di venerdì 25 marzo, i sacerdoti, i religiosi e gli altri fedeli alla preghiera comunitaria nei luoghi sacri, così che il Popolo santo di Dio faccia salire in modo unanime e accorato la supplica alla sua Madre”. “E’ trascorso quasi un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, che sta causando sofferenze ogni giorno più terribili a quella martoriata popolazione, minacciando anche la pace mondiale”, l’esordio della lettera del Papa: “La Chiesa, in quest’ora buia, è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto. Sono grato, in questo senso, a tutti coloro che con grande generosità stanno rispondendo ai miei appelli alla preghiera, al digiuno, alla carità. Ora, accogliendo anche numerose richieste del Popolo di Dio, desidero affidare in modo speciale alla Madonna le nazioni in conflitto”.

Questo il testo integrale dell’Atto, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede in ben 35 lingue:

“O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace. Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore! Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza. Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto. Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno. Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica. Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra. Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione. Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo. Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare. Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare. Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace. Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata. Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria. Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo. Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen”.

La preghiera per la pace: “Si fermi la guerra, sia fatta giustizia, ma non lasciamoci sfigurare dall’odio, viviamo da operatori di pace”

Una celebrazione davvero intensa quella che si è tenuta nel tempio di San Nicolò domenica sera, 13 marzo, la messa, presieduta dal Vescovo, per chiedere il dono della pace insieme a tutte le comunità dei migranti cattolici presenti in diocesi. Una celebrazione proposta proprio dal Consiglio pastorale di queste comunità, che hanno voluto far sentire la loro particolare vicinanza alla comunità ucraina, presente insieme al … Continua a leggere La preghiera per la pace: “Si fermi la guerra, sia fatta giustizia, ma non lasciamoci sfigurare dall’odio, viviamo da operatori di pace” »

Indicazioni del vicario generale e del direttore della Caritas

Emergenza Ucraina: modalità di aiuto per parrocchie e altre realtà ecclesiali

La Diocesi di Treviso, attraverso la Caritas, in relazione all’Emergenza legata a quanto sta accadendo in Ucraina, offre ai parroci, alle parrocchie e alle realtà ecclesiali le seguenti indicazioni.

  • È stata avviata una raccolta fondi da Caritas Italiana a beneficio di Caritas Ucraina e le Caritas dei paesi confinanti. È possibile fare la donazione diretta a Caritas Tarvisina attraverso bonifico bancario (causale “Europa/Ucraina”) tramite:

Iban: IT05 G 08399 12000 000000332325

Intestato a Diocesi di Treviso – Caritas Tarvisina.

Se si vuole avere la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali previste dalla legge si può fare la donazione al nostro braccio operativo Servitium Emiliani ONLUS:

Iban: IT55 H 08399 12000 000000318111.

Intestato a Servitium Emiliani ONLUS, braccio operativo di Caritas Tarvisina.

  • Al momento non vengono effettuate direttamente da Caritas raccolte di generi alimentari, coperte, farmaci o qualsiasi altro prodotto da inviare come aiuto umanitario. Non possiamo garantirne la consegna vista la situazione attuale.
  • Le parrocchie che volessero attivare l’accoglienza a persone provenienti dall’Ucraina, Caritas Tarvisina si rende disponibile nel sostenerle nelle pratiche relative all’ospitalità e alla richiesta della tessera sanitaria temporanea. Prendere contatti all’indirizzo di posta elettronica: accoglienza.migranti@diocesitreviso.it.
  • Qualora venisse adibito un punto di primo arrivo, gestito da Caritas diocesana, e ci fosse la necessità di volontari si possono segnalare disponibilità al seguente indirizzo di posta elettronica: accoglienza.migranti@diocesitreviso.it.
  • • Se dovesse esserci l’opportunità di mettere a disposizione le canoniche vuote in ragione dell’emergenza in corso, si coinvolga il consiglio pastorale parrocchiale e il consiglio parrocchiale per gli affari economici, si concordi con l’autorità comunale tale possibilità e si contatti l’Ordinario allo scopo di precisare tempi, modalità e sostegno economico.
  • Per eventuali informazioni rispetto al ricongiungimento familiare invitiamo a prendere contatto con la Prefettura di riferimento. Per Treviso tutti i contatti si trovano nella pagina: http://www.prefettura.it/treviso/contenuti/Ricongiungimenti_familiari-46467.htm.

Per aggiornamenti visitare il sito di Caritas tarvisina  dove si possono leggere e scaricare alcune schede esplicative sulla situazione, costantemente monitorata da Caritas italiana.

Don Giuliano Brugnotto,Vicario generale

don Davide Schiavon, Direttore Caritas

 

L'intervento

In Ucraina una tragedia che umilia l’umanità

Condanna della guerra, preghiera, solidarietà, educazione, informazione: l'intervento degli uffici della prossimità

Quanto sta accadendo in Ucraina non può lasciarci indifferenti. Un conflitto armato scatenato in piena Europa, a meno di 700 km dal nostro confine, e che può avere coinvolgimenti estremamente gravi a livello mondiale avrà senz’altro ripercussioni pesanti sul nostro modo di vivere. E rivela anche, una volta ancora, gli interessi di parte che continuano a dividere l’Unione Europea e il nostro stesso Paese.

Ci facciamo interpreti del sentimento delle comunità civili e religiose del Trevigiano, per esprimere la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente, né a questa né ad ogni altra situazione di guerra oggi presente sul pianeta.

Questo è il tempo in cui dobbiamo spezzare le logiche dello scontro, partendo da ciò che possiamo fare. Non possiamo aspettare che sia il governo russo a fare il primo passo. Non possiamo pensare che il conflitto si possa risolvere con l’invio di militari e incentivando la corsa agli armamenti: diventerebbe una catastrofe globale che devasterebbe l’Europa, senza alcun vincitore. Nonostante le ferite della guerra nella ex-Jugoslavia di trent’anni fa non si siano mai rimarginate, le logiche economiche e di potere prevalgono ancora una volta sul vero bene comune dei popoli, che è la possibilità di vivere in pace.

Come ha ricordato il nostro vescovo Michele nel messaggio alla comunità ucraina, «i nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone e talvolta di fratelli e sorelle nella fede». Mettiamoli in atto, allora, ponendo dei piccoli segni di vicinanza.

Impegniamoci in una “disarmata vicinanza” alle cittadine e ai cittadini ucraini presenti nelle nostre case o negli altri luoghi di lavoro: possono nascere occasioni di prossimità concreta, informandoci su come stiano i loro cari in patria, e magari pregando assieme a loro.

Impegniamoci a rilanciare l’appello di papa Francesco per un momento più intenso di preghiera e di digiuno che invoca pace mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, durante le celebrazioni per l’imposizione delle Ceneri. Proponiamo alle messe domenicali una intenzione di preghiera che ricordi questa situazione finché la pace non sia ripristinata, quasi un appuntamento settimanale per non dimenticare. Chiediamo alle comunità cristiane di recitare il rosario o di inserire una preghiera per la pace in Ucraina alla Via Crucis i venerdì di Quaresima, aprendo le porte delle nostre chiese.

Informiamoci per iniziative concrete di solidarietà, anche attraverso i canali della Caritas diocesana, per il sostegno di chi maggiormente patisce questa situazione.

Chiediamo alle scuole di ogni ordine e grado di far riflettere bambine e bambini, ragazze e ragazzi sul valore della pace preparando messaggi, nella forma del disegno o di brevi frasi o pensieri, che i Sindaci – dove hanno sedi le scuole – si impegnino a far arrivare ai presidenti di Ucraina e Russia, oltre che al presidente della Commissione europea.

E continuiamo ad informarci, oltre la frenesia delle prime ore e la tentazione delle fake news, per capire più in profondità quanto va accadendo e le sue motivazioni, in Ucraina e in tanti altri luoghi di conflitto da anni presenti sul nostro pianeta. Solo così potremo decidere azioni e posizioni capaci di stare nella realtà in cui viviamo coerenti con il Vangelo che dentro questa stessa realtà oggi ci interpella, e farlo insieme.

Ufficio Migrantes, Caritas diocesana, Ufficio di Pastorale sociale, Centro Missionario Diocesano

Il messaggio di mons. Tomasi

Il Vescovo alla comunità ucraina: “Vi siamo vicini nella preghiera e nella solidarietà, da fratelli e sorelle nella fede”

Tutte le comunità cristiane della nostra Diocesi invitate a unirsi nella preghiera

Care sorelle e cari fratelli,

in questo momento così tragico, in cui la guerra sta colpendo persone a voi care, le vostre famiglie, il vostro popolo, il vostro Paese, vogliamo dirvi la nostra disarmata vicinanza. I nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone, di fratelli e sorelle nella fede.

Come ha detto ieri papa Francesco, nel suo appello per l’Ucraina, «Dio è Dio della pace, e non della guerra, è Padre di tutti, non solo di qualcuno, ci vuole fratelli e non nemici». A lui chiediamo con forza insieme con voi: si fermi questa follìa di una guerra che ha già iniziato a fare vittime, e troppe ancora rischia di farne. Una guerra che già sta uccidendo la possibilità della pace, e di tutto il bene che nella pace può essere coltivato, e fatto crescere fino a portare frutto. Il bene che voi, con sacrificio e con amore, state cercando di costruire con tanto impegno in emigrazione per i vostri cari. Invitiamo tutte le comunità cristiane della nostra Diocesi ad unirsi nella preghiera in questi giorni e in particolare mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, con un digiuno che invoca pace, come ha chiesto papa Francesco. E questo sia solo un primo segno per una vicinanza che possa continuare nella solidarietà e nella preghiera.

                                                      Michele Tomasi

                                                  vescovo di Treviso