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“Ho cercato di favorire la comunione, aiutato dalla vostra competenza e passione”: il saluto di mons. Cevolotto al personale degli uffici

E’ stato un saluto “in famiglia”, semplice e partecipato,  quello che i direttori e il personale degli uffici di Curia e di Casa Toniolo hanno rivolto, questa mattina, in cattedrale, a mons. Adriano Cevolotto, prima della sua partenza per la diocesi di Piacenza – Bobbio, dove farà l’ingresso come Vescovo domenica 11 ottobre.

Un saluto colmo di gratitudine, quello del vescovo Michele, che si è fatto interprete anche dei sentimenti di tutti i presenti. Mons. Tomasi ha tratteggiato la figura del Vescovo con le parole di papa Francesco, facendo una sorta di simpatico contrappunto a un libello semi-satirico che descrive la figura del moderatore di Curia (uno dei compiti del vicario generale) come “uomo della stanza dei bottoni, grande fratello e signore oscuro – perlomeno perché veste di nero o di blu”.

Papa Francesco chiede ai pastori di essere vicini alla gente, padri e fratelli, capaci di vivere in povertà interiore ed esteriore, pronti a vegliare per il gregge. Il Papa chiede loro, in particolare, di saper annunciare il Vangelo per affascinare il mondo, di essere seminatori umili e fiduciosi, consapevoli che, anche quando sarà notte e saranno stanchi, le sementi nel campo stanno germogliando; Vescovi, soprattutto, testimoni del Risorto, testimoni della luce e della verità.

“Sei stato capace di servizio e di ascolto – l’essenza del “potere” nella Chiesa” ha detto il vescovo Michele rivolgendosi a mons. Cevolotto. “Sei stato amico, fratello, sostegno. In questo compito hai fatto palestra di tutte le caratteristiche di cui parla il Papa, e che ti porterai a Piacenza. A nome di tutti ti dico Grazie!”.

Ringraziando mons. Tomasi per le sue parole, mons. Cevolotto si è soffermato sul proprio ruolo, per sei anni, di “moderatore di Curia”, un compito poco conosciuto, forse, ma che “mi ha collocato al cuore del governo pastorale della Diocesi, a contatto con la complessità, e non solo in questo tempo a causa del Covid, complessità che vivono la Chiesa nel suo complesso, il presbiterio, la pastorale. Mi sono sentito impegnato a “moderare”, a “porre limiti”, ma soprattutto a far convergere in unità, in un cammino corale, davvero sinodale, la vita di questa diocesi. E in questo compito non sempre facile sono stato favorito dalle competenze e dalla passione di tutti voi” ha ricordato, ringraziando mons. Mario Salviato, vicario per il coordinamento della Pastorale, per la collaborazione vissuta in questi anni.

“Ho visto crescere nei diversi uffici e ambiti – ha aggiunto – la disponibilità a guardare nell’insieme anche la propria parte, a convergere verso l’unità, la condivisione, l’incontro, anche e soprattutto in un tempo difficile, e di grazia, come quello della pandemia. Grazie ai volontari, alle professionalità, alle competenze, grazie per la stima e per le osservazioni. Ora vado, portando nel mio bagaglio questi sei anni. Grazie perché, senza saperlo, avete contribuito a prepararmi un po’ meglio a questo ministero”.

Al termine, il vescovo Adriano ha ricevuto dei doni, tra cui una reliquia del beato vescovo Longhin, consegnatagli da don Lino Cusinato, prevosto della Comunità degli Oblati.

Emergenza coronavirus: le disposizioni del Vescovo fino al 3 aprile, in comunione con i Vescovi del Nordest

A seguito di quanto stabilito con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 (di seguito “Decreto”), fino alle ore 24.00 di venerdì 3 aprile 2020, in comunione con i Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto, per la Diocesi di Treviso dispongo quanto segue:
1. Si eviti sempre ogni assembramento di persone, e si rispetti sempre il criterio di garantire non meno di un metro di distanza fra le persone, ai sensi dell’Allegato 1 lettera d) del Decreto;
2. Essendo sospese tutte le celebrazioni religiose aperte al pubblico, in chiese, oratori e all’aperto (S. Messe, feriali e festive; sacramenti, inclusi battesimi, prime comunioni e cresime; sacramentali, liturgie e pie devozioni, quali la Via Crucis e quant’altro), comprese quelle funebri:
a) nell’impossibilità di adempiere al precetto festivo, ai sensi del can. 1248 § 2, i fedeli dedichino un tempo conveniente all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto anche le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e “in streaming”, nonché i sussidi offerti dalla Diocesi;
b) nell’impossibilità di ogni celebrazione esequiale, è consentita la sola benedizione della salma, in occasione della sepoltura o prima della cremazione, rispettando le condizioni di cui al n. 1;
c) i battesimi (celebrati solo nella forma individuale) e i matrimoni sono consentiti a porte chiuse, presenti i soli padrini/testimoni e i familiari stretti, rispettando le condizioni di cui al n. 1;
d) il sacramento della penitenza può essere celebrato nella sola forma del “Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti”, rispettando le condizioni di cui al n. 1;
3. Si possono tenere aperti i luoghi di culto, senza organizzarvi alcun tipo di celebrazione religiosa e a condizione di adottare misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui al n. 1; si mantengano senza acqua benedetta le acquasantiere e si garantisca una pulizia adeguata degli ambienti (in particolare banchi e sedie);
4. Sono sospesi gli incontri del catechismo nonché le attività formative e ludiche di patronati e oratori, incluse le uscite, i ritiri e quant’altro; si tengano chiusi tutti gli spazi (compresi i campi da gioco);
5. Per le attività delle società e associazioni sportive e per i bar ci si attenga esattamente a quanto stabilito dal Decreto (si vedano, in particolare, l’art. 1.1 lettere d, g n, o);
6. Sono sospese feste, sagre parrocchiali, concerti, serate culturali, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e quant’altro;
7. Le lezioni degli istituti ecclesiastici sono sospese;
8. Sono chiusi i musei, le biblioteche, gli archivi, istituti e luoghi di spiritualità e di cultura;
9. Gli appuntamenti legati al Cammino sinodale sono rinviati;
10. Si sospenda la visita per la benedizione annuale delle famiglie; rimane invece possibile visitare i malati gravi per offrire loro conforto spirituale e, se del caso, l’unzione degli infermi e il viatico;
11. Le attività caritative possono continuare solo alle seguenti condizioni:
a) i centri d’ascolto e gli altri servizi di Caritas diocesane e parrocchiali e realtà affini: garantendo le condizioni stabilite al n. 1;
b) le mense dei poveri: garantendo le condizioni di cui al n. 1, altrimenti distribuendo cestini con i pasti che non potranno però essere consumati all’interno delle strutture;
c) nei dormitori: garantendo le condizioni di cui al n. 1, altrimenti attraverso un presidio sanitario garantito dalla competente autorità pubblica;
12. Nel periodo indicato la Curia diocesana (piazza Duomo e Casa Toniolo) rimarrà chiusa al pubblico, tuttavia sarà possibile accedere agli uffici solo previo appuntamento; vi sono sospese le presenze dei volontari;
13. Sono sospese tutte le attività formative e gli incontri pubblici promossi dai diversi uffici diocesani.

Confido nel senso di responsabilità e di carità pastorale di tutti coloro che sono chiamati a rispettare e a far rispettare queste disposizioni. Vi invito a vivere questo momento con fede sempre rinnovata e con senso civico. Ci affidiamo all’intercessione della Vergine Maria e dei nostri Santi patroni diocesani, affinché si alimentino in noi e tra noi la fede, la speranza e la carità e perché vengano sostenuti gli sforzi di quanti operano nell’interesse del bene comune e nella cura degli ammalati e dei più fragili.

Treviso, 9 marzo 2020
✠ Michele Tomasi

Consultorio famigliare: un fondo diocesano per l’accesso

E’ intitolato a mons. Pietro Guarnier, il vicario generale della nostra diocesi che tanti anni fa si adoperò per la nascita del Centro della famiglia, il Fondo diocesano istituito per contribuire alle spese di accesso ai servizi del Consultorio Familiare socio-sanitario del Centro della Famiglia di Treviso per le persone inviate dalle parrocchie.
A presentarlo, martedì 11 febbraio, il vescovo Tomasi e i responsabili del Centro, in un incontro affollato di operatori, sindaci, parroci, in occasione della presentazione dei dati del primo anno di attività del Consultorio socio-sanitario.

Il Consultorio, autorizzato dalla Regione Veneto, ha l’obiettivo di offrire una risposta qualificata alle esigenze delle famiglie che oggi presentano livelli di complessità sempre maggiori. La forma scelta (socio-sanitario) permette di erogare anche servizi sanitari. Il Consultorio si pone in continuità con il Servizio pubblico e altre realtà, come dimostrano le collaborazioni avviate con l’Ulss2 e il Policlinico Gemelli (in particolare per l’Area fertilità). L’approccio specifico è di rivolgersi a persone, coppie e famiglie, avendo particolare attenzione alle relazioni in cui le persone sono inserite e dentro un quadro valoriale di ispirazione cristiana. Le aree di servizio sono:

  • psicologia clinica (consulenza, psicoterapia, sessuologia)
  • consulenza psico-educativa (genitori-figli)
  • fertilità (per coppie che non riescono ad avere figli)
  • area medica (andrologo, ginecologo, endocrinologo, consulenza psichiatrica)
  • disturbi dell’apprendimento (Bes, Dsa)
  • servizio di neuropsicologia per adulti (CeNePsi)
  • consulenza etica, consulenza legale

I servizi disponibili sono reperibili consultando il sito www.consultoriotreviso.org. Finora, il Centro ha utilizzato un piccolo accantonamento interno per contribuire alle spese di coloro che sono in difficoltà a pagare le prestazioni, previa presentazione del modello Isee.
Il Fondo Guarnier è a disposizione per i servizi erogati nel 2020.

 

CONSULTORIO, IL BILANCIO DI UN ANNO: INSIEME PER IL BENE DELLE FAMIGLIE

Duemilacinquanta prestazioni in dodici mesi: il bilancio del primo anno di attività del Consultorio socio-sanitario del Centro della famiglia è fatto di numeri importanti. A dimostrazione che i bisogni e le domande di sostegno, da parte delle famiglie e dei singoli, esistono e sono in crescita.
A presentare i dati del primo anno di apertura, lo scorso 11 febbraio, c’erano il direttore del Centro, don Francesco Pesce, e il direttore del Consultorio, Adriano Bordignon, oltre al sindaco di Treviso, Mario Conte, e al direttore generale dell’Ulss Francesco Benazzi. Con loro anche il vescovo, Michele Tomasi, perché “il Centro della famiglia, un istituto di cultura e pastorale, è un bel volto di diocesi, di Chiesa in uscita – come direbbe papa Francesco – là dove le persone hanno bisogno di essere incontrate, viste e aiutate. In un tempo in cui tanti consultori chiudono, qui presentiamo dati importanti. E’ un modo in cui la diocesi si mette a disposizione del benessere delle famiglie e della società e lo fa con strutture, con persone qualificate, con professionisti, con tanti volontari, che ci mettono la loro passione per l’umano, per la vita, e ci mettono motivazioni di fede profonde. Noi siamo famiglia – ha aggiunto mons. Tomasi -, siamo inseriti in una rete di relazioni, è il modo che abbiamo per interagire con gli altri, con il mondo. Sosteniamo la famiglia lavorando insieme, come si fa qui, mettendo insieme enti e istituzioni, collaborazioni, competenze, perché il risultato è sempre superiore alla somma dei contributi di ciascuno. La Diocesi ci crede e mette un contributo economico, con il fondo Guarnier, a sostegno di chi è in difficoltà”.

Risposta qualificata alle esigenze delle famiglie
Il Consultorio familiare socio-sanitario del Centro della Famiglia, autorizzato dalla Regione Veneto, è stato inaugurato a fine 2018. L’obiettivo è quello di offrire una risposta più qualificata alle esigenze delle famiglie che oggi presentano livelli di complessità sempre maggiori: la forma scelta (il consultorio socio-sanitario) permette di erogare anche servizi sanitari.
Il Consultorio di via San Nicolò si pone in continuità con il Servizio pubblico e altre realtà, come dimostrano le collaborazioni avviate con l’Ulss 2 e il Policlinico Gemelli (in particolare per l’area della fertilità). Si rivolge a persone, coppie e famiglie, avendo particolare attenzione alle relazioni in cui le persone sono inserite e dentro un quadro valoriale di ispirazione cristiana.
Le aree di servizi sono: psicologia clinica (consulenza, psicoterapia, sessuologia); consulenza psico-educativa (genitori-figli); fertilità (per coppie che non riescono “ad avere figli”); area medica (andrologo, ginecologo, endocrinologo; consulenza psichiatrica); disturbi dell’apprendimento (Bes, Dsa); servizio di neuropsicologia per adulti (CeNePsi); consulenza etica, consulenza legale.
“La storia di 40 anni del Centro, con tutti i suoi servizi – ha sottolineato don Francesco Pesce -, ne ha fatto un punto di riferimento in cui potersi avvalere di una delle équipe più complete e multidisciplinari nel panorama veneto, con il supporto di alcuni professionisti di carattere nazionale, un luogo dove persone, coppie e famiglie si sentono al centro, protagoniste di percorsi che mirano al loro benessere, perché verso di loro è rivolta la cura, l’attenzione e tutto il nostro impegno, in continuità e in collaborazione con i servizi nel territorio, perché siamo convinti che le relazioni sono il terreno in cui la vita delle persone si nutre e cresce, e che le famiglie non sono un problema, ma la soluzione, e sono risorse da sostenere”.
“Cerchiamo di essere a fianco delle persone lungo tutto il loro ciclo di vita per sostenere le loro relazioni e i loro progetti di coppia e famiglia – ha ricordato Adriano Bordignon –. Siamo soddisfatti per i servizi offerti e i risultati raggiunti, consci che dietro i numeri ci sono proprio le famiglie che abbiamo potuto aiutare, non solo nella provincia di Treviso, ma anche in quella veneziana e padovana”.

Una collaborazione con Ulss e Comuni
Gratitudine e disponibilità a potenziare la collaborazione sono state espresse dal direttore generale dell’Ulss2, Francesco Benazzi, che ha ricordato come in tutti i Consultori della Marca si siano rivolte 17.135 persone (le 2.050 arrivate a quello del Centro della famiglia sono, quindi, una fetta importante) e mostrando soddisfazione per il servizio “Famiglia fertile”, che evita alle donne percorsi travagliati nella ricerca di una gravidanza.
Da gennaio a dicembre 2019 sono 1.286 le persone seguite nell’ambito della Psicologia clinica, 227 dal Servizio genitori e figli, 53 quelle seguite nell’ambito del Servizio psichiatrico, 396 dal Centro di Neuropsicopatologia del ciclo di vita, 91 quelle del Percorso Famiglia fertile. L’identikit è vario, ma spicca la fascia di età centrale, quella più “sfidante”, nella quale tante relazioni hanno bisogno di essere “riprese in mano”, da quelle coniugali a quelle con i figli, dall’ambito lavorativo, alla cura dei genitori anziani.
Le persone arrivano al Consultorio inviate da professionisti, dalle scuole, dal passaparola, da avvocati, ma anche dai tanti percorsi formativi che il Centro offre, e dalle parrocchie.
E proprio per chi è “inviato” dalle parrocchie, la diocesi ha ideato un fondo (vd box), per poter “calmierare” i costi di alcuni servizi: sono state 199 le prestazioni erogate in questa modalità. Già prima il Centro della famiglia sosteneva, in proprio, con gli utili del settore ospitalità, i servizi di alcune persone, che presentano l’Isee per accedere alle prestazioni.
“E’ importante che le famiglie non si sentano sole – ha dichiarato il sindaco Mario Conte, che a Treviso ha adottato il «fattore famiglia» per le prestazioni sociali –. Avevo accolto con grande entusiasmo l’iniziativa del Consultorio e ora che si vedono i risultati, sono davvero soddisfatto”. Soddisfzione per i risultati del Consultorio sono stati espressi anche dal consigliere regionale Riccardo Barbisan, presente anche a nome dell’assessore Manuela Lanzarin, che si è impegnato perché il Consultorio, che offre un servizio pubblico, possa ricevere almeno un minimo contributo regionale. (A.C.)

“Coltiviamo la convivenza e l’amicizia civile”: il vescovo agli amministratori nell’incontro per lo scambio di auguri

“L’amicizia civile accetta le differenze tra le persone, ne apprezza il valore, coglie lo stimolo alla convivenza che ne proviene e ha fiducia nella reciprocità. Sfida impegnativa, ma che vale la pena almeno di prendere in considerazione: la fatica che porta con sé è costituita dalla disponibilità al dialogo, la disponibilità a superare incomprensioni e contrasti, l’ostinazione alla ricerca del bene possibile; la benedizione che porta è il respiro di un’autentica convivenza, della costruzione di legami di aiuto e di stima, di un mondo più vivibile e bello. È a ben vedere l’atteggiamento stesso nei nostri confronti del Signore che viene. Colui che viene ad abitare tra noi ci chiama amici, non servi (Gv 15,15), ci comunica tutta la profondità dell’amore del Padre per ciascuno di noi e per tutti. Amicizia con Dio come ultimo fondamento dell’amicizia civile fra noi”. Questo uno dei passaggi centrali dell’intervento del vescovo Michele Tomasi giovedì sera, 12 dicembre, nel salone dell’Episcopio, per lo scambio di auguri con gli amministratori locali e i politici del territorio diocesano: molti i sindaci presenti, i consiglieri e gli assessori comunali, ma anche i rappresentanti delle Province di Treviso, Padova e Venezia e consiglieri e assessori regionali.

Una tradizione avviata dai suoi predecessori, che mons. Tomasi ha definito “una bella occasione”. Chi amministra la vita di un territorio, e soprattutto delle persone che vi abitano, deve confrontarsi quotidianamente con la concretezza del bene comune, “che è vita ordinata, possibilità di crescita, direi di “fioritura” delle persone che vi vivono e dei gruppi in cui esse sono organizzate e si organizzano – ha ricordato il Vescovo -. Sono tante le esigenze che vi è chiesto di soddisfare, tante le richieste che vi vengono poste, siete vicini a chi vi elegge e che può vedere con una certa facilità i risultati del vostro impegno. Siete parte della comunità che amministrate, dalla quale venite e alla quale tornerete. Ho talvolta l’impressione che voi siate alla vera frontiera del lavoro politico e che la conquista del vostro consenso si misuri sulla concreta capacità di dare risposte a bisogni molteplici, talvolta in competizione tra loro”.

“La riflessione della Chiesa su questi temi – ha aggiunto – ci ricorda che per raggiungere questo risultato è necessario impiegare grande capacità e impegno, su un piano che non è meramente materiale. Non basta neppure – anche se si tratta di una dimensione fondamentale ed irrinunciabile – stilare “l’elenco dei diritti e dei doveri della persona”. La convivenza acquista – ci dice il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa – tutto il suo significato se basata sull’amicizia civile e sulla fraternità”, un campo caratterizzato da disinteresse, distacco dai beni materiali, donazione, disponibilità interiore alle esigenze dell’altro. Una virtù, quella dell’amicizia, che il Vescovo vede come “controcorrente rispetto ad alcune esperienze contemporanee, rispondente però ad un’aspirazione profonda di molti”.

“L’amicizia civile distingue un aggregato casuale di persone da un popolo – ha detto il Vescovo -. Il Natale ci viene incontro come la speranza sempre nuova di un popolo. Il profeta Isaia proclamerà ancora una volta nella notte santa: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). La luce dell’incarnazione si può riverberare anche nella vostra missione – ha ricordato mons. Tomasi agli amministratori – quando questa riesce, tra molte difficoltà e vincoli, a difendere e promuovere la dignità e l’umanità di tutti, partendo dai più umili e fragili, contribuendo alla crescita di relazioni autentiche tra persone e gruppi nei nostri territori”.

Il vescovo ha voluto condividere con i presenti tre parole chiave del cammino della nostra Diocesi: sinodalità, collaborazione, discernimento. “Tre parole che mi sono diventate care in questi due mesi di presenza alla guida della diocesi di Treviso, parole che mi sono state ‘consegnate’ dal Cammino Sinodale intrapreso dalla nostra diocesi sotto la guida sapiente di mons. Gardin e che volentieri continuiamo insieme. Sono parole che stanno guidando la chiesa di Treviso nel suo cammino a servizio del bene comune – ha aggiunto -. Forse possono esservi di aiuto. Mi fa piacere condividere con voi la cura, le preoccupazioni e la speranza che animano tanti cittadini trevigiani nel loro servizio nella Chiesa”.

Infine, il Vescovo ha citato alcune parole sulla convivenza umana della “Pacem in terris”, l’enciclica del papa santo Giovanni XXIII, cui ha dato un forte contributo il trevigiano card. Pietro Pavan. “E’ questa convivenza civile, questa amicizia civile che auguro a voi e a tutti noi di servire e di realizzare, ciascuno con le sue responsabilità; che questo sia il sincero augurio di Buon Natale che rivolgo a voi, alle vostre famiglie, a tutte le vostre comunità. Lavoriamo per il bene, il bello, la giustizia” ha concluso il Vescovo, che ha poi donato a ciascuno il testo di p. Giacomo Costa, Il discernimento.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti da parte degli amministratori, introdotti da Franco Bonesso, a nome dell’Associazione Comuni della Marca. Il sindaco della città, Mario Conte, anche in qualità di presidente regionale dell’Anci, ha ringraziato il Vescovo per i gesti essenziali di positività che sta diffondendo, presentandogli le persone presenti come “amministratori virtuosi, onesti e appassionati, che amano la propria gente e la propria terra e vivono con responsabilità il proprio servizio al bene comune”. Il presidente della Provincia Stefano Marcon ha parlato di un Ente che sta tornando a respirare dopo anni di asfissia, e di un territorio impregnato della cultura contadina che è fatta di solidarietà, accoglienza e rispetto delle regole. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo, ha sottolineato lo sforzo quotidiano del Consiglio di ascoltare e rispettare le posizioni di tutti, per poi fare sintesi, salvaguardando i rapporti tra le persone di parti politiche diverse, l’umanità e l’amicizia civile. “Lavoriamo con responsabilità e consapevolezza per la Casa comune che ci è affidata, consapevoli che stiamo servendo un bene comune che è più grande di noi”, l’auspicio di Pigozzo. Anche il sindaco di San Donà Andrea Cereser ha sottolineato il valore del confronto fra posizioni diverse, evidenziando alcuni problemi complessi di questo tempo, dalla questione ambientale alla denatalità, alla solitudine di anziani e giovani, e messo in luce l’importanza di fare di un Comune una comunità. Ha portato il suo saluto anche l’assessore regionale Roberto Marcato, in rappresentanza della zona padovana della nostra diocesi, che ha auspicato per il Veneto l’autonomia attesa da molto tempo.

L’intervento integrale del Vescovo

 

Il giuramento del vescovo Tomasi

Con il palmo della mano sulla Sacra Scrittura, il vescovo eletto di Treviso Michele Tomasi ha pronunciato lunedì 2 settembre di fronte al vescovo Ivo Muser la professione di fede e il giuramento di fedeltà alla Sede Apostolica prima dell’ordinazione episcopale. Si tratta di un atto formale previsto dal diritto canonico in vista dell’inizio del nuovo servizio da vescovo.
Nel Centro pastorale a Bolzano, monsignor Tomasi ha letto la formula nell’ambito dell’Ora media (la preghiera a metà del giorno) recitata nella cappella privata del vescovo Muser. Nel testo, il vescovo eletto dichiara la propria fedeltà al Papa, alla Chiesa e l’impegno a svolgere il suo servizio a fianco della comunità. Erano presenti come testimoni il vicario generale Eugen Runggaldier e il decano del duomo di Bressanone Ulrich Fistill. Presente anche il cancelliere diocesano Leo Haas.
“Questo è un atto semplice ma significativo, è la promessa di voler essere sempre un uomo di fede“, ha detto il vescovo Muser rivolto al vescovo eletto. E monsignor Muser ha rimarcato l’augurio più bello per un futuro vescovo: “Vivere la nostra fede cristiana con tutta la comunità. Noi ti accompagniamo a Treviso con la nostra amicizia e la nostra fede“, ha concluso Muser. L’ordinazione a vescovo di Michele Tomasi, come noto, è in programma sabato 14 settembre alle ore 12 nel duomo di Bressanone. Alla cerimonia tutti i fedeli sono invitati, dall’Alto Adige come dal Veneto. Una volta che gli ospiti con il pass avranno preso posto, ci sarà l’ingresso libero per tutti i fedeli che vorranno partecipare. La celebrazione sarà trasmessa in diretta televisiva su Telechiara.
Il nuovo vescovo farà il suo ingresso a Treviso domenica 6 ottobre alle ore 16.