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“Giovani, sognate la vostra vita!” – messaggio del Vescovo per la Giornata di preghiera per le vocazioni

Parlare di vocazione in questo periodo difficile può sembrare un lusso, o una distrazione, oppure un tentativo di pensare ad altro, almeno per un poco.
Si tratta, invece, di prendersi un poco di tempo, per aiutare voi giovani a pensare a ciò che veramente conta nella vita. Nella vostra vita. Si tratta di considerare che cosa abbia veramente valore, e quale sia il valore vero e pieno della vostra esistenza.
“Lasciate sbocciare i sogni, prendete decisioni” (CV, 143), scrive papa Francesco nell’esortazione Christus vivit pubblicata a conclusione del recente Sinodo dei giovani. Nello stesso passaggio egli scrive anche: “Non passate tutta la vostra vita davanti a uno schermo”. Passaggio quasi profetico, in questo tempo dove ancora di più quasi tutte le nostre relazioni e i contatti con il mondo esterno si svolgono – per chi può – tramite computer. Ma il nostro stare davanti agli schermi – e a maggior ragione quello di voi giovani – è ora più di prima la ricerca di contatti veri, reali, per mezzo dello schermo, al di là dello schermo, in vista di rivedersi, quanto prima, faccia a faccia. Per costruire una realtà bella, affidabile, vivibile, sostenibile, abbiamo bisogno di sogni. Abbiamo bisogno di giovani che sognino la propria vita come la risposta a una chiamata, sentita prima in modo un poco indistinto, poi sempre più chiaramente, nella propria mente, nel proprio cuore. Il Papa coglie qualcosa di molto profondo, di molto vero. Per prendere decisioni, queste devono partire da un sogno. Non da un calcolo “costi – benefici”, dalla valutazione di tutte le conseguenze, dai possibili risultati, dalla considerazione delle sicurezze cui si può arrivare in seguito a una decisione. Tutto questo può servire, forse: ma eventualmente in un secondo momento. Prenderai una decisione importante solo quando avrai sognato qualcosa di bello di cui tu sei protagonista. Tu, e tante altre persone che, grazie a te, riescono a essere felici, a dare senso alla propria vita, a fiorire, a spiccare il volo.
Seguire la propria vocazione non vuol dire che qualcuno da fuori ti dice che cosa devi o non devi fare. Seguire la propria vocazione significa che qualcuno ti aiuta a fidarti di te stesso. A cercare davvero che cosa possa fare della tua esistenza quel capolavoro che in potenza è già e che il Signore ha pensato per te dall’eternità. Lo pensa con te, lo pensa assieme a te. Lo ha pensato creandoti e pensandoti per un compito, un servizio, un bene. Lo pensa come una vita donata e costruita assieme, una vita in cui puoi mettere in gioco quanto di bello e di unico tu stai scoprendo nella tua esistenza, e non solamente per te, ma perché attorno a te ci sia sempre più vita piena, e più amore.
Parlare di vocazione, allora, è necessario. Proprio in questa nostra difficile situazione, perché la vita non si può fermare. Perché abbiamo e avremo bisogno di persone che si trovano al posto che occupano perché hanno risposto a una chiamata, e vivono la loro vita come un dono per sé e per gli altri. In ogni professione, in ogni stato di vita. Perché non possiamo rinunciare a un mondo in cui il bene di tutti viene messo al centro dell’esistenza di ciascuno, dove ogni professione cerca di aiutare gli altri a esserci, e a esserci per gli altri.
Perché abbiamo bisogno di papà e mamme che possano creare spazi di bellezza e di accoglienza per i loro figli, in un servizio reciproco che non può essere a termine.
Perché la Chiesa ha bisogno di vite che scoprano la propria bellezza nel dono di sé all’incontro con il Signore Gesù che, vivo in mezzo a noi, vuole continuare a donarsi, anche attraverso di noi. Attraverso di te. Il Signore ha bisogno di uomini e donne che si consacrino a Lui per amore, semplicemente per amore, e che con Lui siano a disposizione come segno, come strumento, come amici affidabili di tutti, senza secondi fini, senza calcoli, senza condizioni. Pensare alla tua vita come la risposta a una chiamata, a una chiamata del Dio della vita, può portarti a qualcosa cui non avevi ancora pensato, ma che poi scopri essere proprio ciò che sognavi, il senso profondo della tua vita.
Ascolta che cosa ti dice la tua chiamata. Ascolta la tua vocazione. Non è tempo perso, tutt’altro. Il sogno di felicità che c’è nel tuo cuore può realizzarsi, e lo può fare quando la tua vita diventa servizio, diventa dono, quando altre persone possono dire: è proprio bello che tu ci sei. Sei un dono grande. Un dono grande alla società, alla Chiesa, alla vita.
+ Michele, Vescovo

Scuola di preghiera: l’arte di discernere, anche nella vita spirituale

Che cosa può fare un cappellano per nutrire la fede di quei giovani, che in parrocchia si rivelano più curiosi e disponibili in quest’ambito? Un po’ per curiosità mia personale e un po’ stimolato dalla “ricerca” di alcuni ragazzi di Mirano, dallo scorso anno ho accostato la proposta dell’Ora X e ho trovato che è un utile strumento, in questo senso. Con semplicità e serietà, gli incontri sono un’occasione, per chi lo desidera, di andare in profondità verso il Signore e la relazione con Lui attraverso la preghiera, offrendo un’accurata catechesi (non sempre facile da proporre in parrocchia) e un tempo prolungato di preghiera personale. E, con mia sorpresa, questi incontri sono piaciuti ai ragazzi che ho accompagnato, i quali portavano con sé curiosità, ma non sempre grande abitudine alla preghiera. Credo che anche il clima conviviale (si inizia con una cena sobria) renda gradevole il momento, ma posso dire che i “report” positivi che i ragazzi mi rimandano, riguardano piuttosto la parte di preghiera e riflessione.
Come si sa, ogni incontro di “Ora X” approfondisce un particolare ambito della preghiera; all’ultimo, il 18 gennaio, il tema era “Il Pane che sazia. L’Eucaristia incontro con il Vivente”.
Nella prima parte, seduti a tavola, don Claudio Sartor ci ha offerto una catechesi, presentando ai giovani non la Messa, ma la vita eucaristica che dalla Messa può nascere per noi. Gesù entra in comunione con noi, e proprio come Lui offre tutto se stesso per noi, così anche rende capaci noi di donare tutta la vita per Lui e per i fratelli; si passa da una vita come proprietà privata, a una vita come offerta totale! A questo proposito, don Claudio ha condiviso la sua esperienza vocazionale, quando a 27 anni ha sentito che Gesù lo chiamava a lasciare tante certezze e a offrire tutta la sua vita come sacerdote; e così abbiamo ascoltato con vivo interesse anche Alessandra, giovane sposa di 31 anni, che ha raccontato quattro momenti della sua vita in cui l’Eucaristia ha alimentato l’amore e illuminato il cammino, dall’infanzia alla vita matrimoniale, lasciando trapelare grande amore per Gesù, delicatezza d’animo e spirito di servizio.
Nella seconda parte della serata, in chiesa, i giovani sono stati accompagnati alla preghiera davanti a Gesù Eucaristia, vivendo un tempo di adorazione eucaristica introdotta da canti e preghiere, ma con un prolungato tempo di silenzio. Confesso che ero un po’ preoccupato che questa preghiera riuscisse difficile ai ragazzi che accompagnavo… ma con stupore ho scoperto che è stata apprezzata.
Come piccolo gesto simbolico, è stato chiesto ai giovani di portare in una cesta davanti all’Eucaristia un oggetto da offrire a Gesù, segno di un ambito di vita da offrire a Lui (ad esempio, il telefono per le relazioni, l’agenda per gli impegni) e ripreso, poi, “trasfigurato” e condiviso con Gesù; la benedizione eucaristica e il canto hanno concluso la serata. Un grazie personale a quanti curano questa esperienza, anche a nome di Francesca, Lorenzo, Sara e gli altri ragazzi di Mirano che hanno vissuto questo momento. (don Enrico Fusaro)

Domenica 21 in Seminario la festa di inizio dei Gruppi vocazionali

Fervono i preparativi per la grande festa che segna l’inizio dei Gruppi Vocazionali 2018-2019 aperti a tutti i ragazzi dalla quinta elementare alla seconda media.
Ad attenderli una giornata di gioia nella preghiera e nel gioco. Sono questi gli ingredienti fondamentali di questa esperienza, che continuerà poi fino a giugno con incontri mensili ed esperienze forti a misura di ragazzo.
Il luogo di ritrovo e festa è il nostro Seminario vescovile ed in particolare la Comunità Ragazzi che quest’anno festeggia quarant’anni dalla sua nuova forma.
Il bello di questo cammino è poter condividere con altri ragazzi della stessa età e più grandi la profondità dell’amicizia con Gesù e aprire il cuore a ciò che lui sogna per ciascuno di noi.
Il tema che accompagnerà i passi dei gruppi di quest’anno è: “C’è più gioia!”. L’idea nasce dalle parole stesse di Gesù che san Paolo ci ha testimoniato negli Atti degli apostoli: “Si è più beati nel dare che nel ricevere” (Cfr. At 20,35). Assieme ai ragazzi ci lasceremo stupire dall’amicizia di Gesù che è una grande chiamata alla gioia per i discepoli di ogni tempo! Proprio lui, il Signore, sarà con noi nel cammino assieme a tanti amici Santi che prima di noi lo hanno seguito.
La grande festa di apertura dei gruppi vocazionali inizierà al mattino di domenica 21 ottobre alle ore 9 a Treviso, negli spazi del Seminario, mentre al pomeriggio alle ore 14.15 sono attesi anche tutti i genitori che ne hanno la possibilità per celebrare insieme l’Eucaristia e condividere i frutti della giornata con i loro figli.
Sono attesi tanti ragazzi, che ci tengono a Gesù e desiderano crescere nella sua amicizia, da tutte le parrocchie della Diocesi. Per ulteriori informazioni o per trovare le date dei futuri incontri da poter proporre ad amici, figli e nipoti è possibile visitare il sito del Seminario di Treviso e prendere contatto con don Andrea Caratozzolo, animatore vocazionale per i pre-adolescenti.
I gruppi vocazionali… la voce di Gesù accompagna i nostri ragazzi! Merita esserci!